Fine con fine, il titolo dell’edizione di quest’anno di Passi Erratici che dal 15 al 31 luglio è visitabile alla Fondazione Merz, nasce da un gioco molto semplice. Ripetere una parola in continuazione fino a che non diventa qualcos’altro.
Fine con fine indica il sottile equilibrio su cui si basano le linee di demarcazione. È la loro totale scomparsa o, al contrario, è l’impossibilità di andare oltre o tornare indietro.
Fine con fine sono i limiti definiti dalla natura o dall’uomo dell’antropocene. 

L’ambiente alpino è per antonomasia la terra di confine. Così, per il terzo anno consecutivo, abbiamo percorso le montagne alla ricerca degli elementi che definiscono quest e frontiere. Siamo e abbiamo sono declinazioni plurali che includono me, Claudia Polizzi, la designer del catalogo, e gli artisti che trovate in mostra alla Fondazione Merz: Sara Benaglia, Andrea Dojmi, Valerio Nicolai e Tuta (Patrizio Anastasi e Alice Lotti). A questi nomi vanno aggiunti Roba da Local e Philippe Fragnière, che non hanno fatto parte della residenza, ma che partecipano all’esposizione con due lavori selezionati per la pertinenza ai temi trattati.

Un ringraziamento speciale va alla Compagnia di San Paolo che ha reso possibile la realizzazione della mostra e la pubblicazione del catalogo (di cui trovate il cartaceo in distribuzione gratuita alla Fondazione Merz mentre il digitale è qui sotto) e a Luca Genre, direttore dell’Ecomuseo delle Miniere e della Valle Germanasca, Maurizio Pagliassotti, giornalista e scrittore, Pier Mattiel, Guida Alpina e fondatore di Alto X, Glorianda Cipolla, ex sciatrice della nazionale italiana, ora delegata del Fai per la Valle d’Aosta e fondatrice dell’associazione Art Mont Blanc e Gianfranzo Zidda, archeologo della Soprintendenza ai beni culturali di Aosta, per le loro preziose guide.

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