DINTORNO + TIPI DI BOLOGNADINTORNO è la residenza-workshop realizzata nell’ambito di Passi Erratici, in collaborazione con Nuovi Mondi Film Festival e grazie al sostegno della Fondazione CRC e della Fondazione Nuto Revelli. Il bando aperto ad artisti, illustratori, fotografi e designer è stato molto partecipato e ha portato oltre cinquanta candidature. Le selezione dei partecipanti alla residenza è stata affidata a Stefano Riba (curatore di Passi Erratici), Silvia Bongiovanni e Fabio Gianotti (fondatori e direttori artistici di Nuovi Mondi). I ‘residenti’ di Paraloup saranno: Francesca Cirilli, Veronica Gardinali, Anna Oberthaler, Yan Su Wang, Collettivo Sayonara e Angelica Stimpfl. Tra il 29 novembre e il 3 dicembre si camminerà, parlerà, osserverà, disegnerà, fotograferà. In breve, si tenterà di definire e trasfigurare l’essenza del luogo per poi realizzare una pubblicazione che sarà distribuita sul territorio. La scelta di Paraloup non è casuale. Essa è suggerita anzitutto dalla straordinaria varietà di storie che la circondano: la resistenza partigiana, il lavoro socio-antropologico di Nuto Revelli, il folclore locale popolato di masche e altre creature mitologiche, l’abbandono della borgata a fine anni ’50 e la sua recente riscoperta che ha portato un gruppo di giovani a gestire il rifugio che deve il nome al luogo e che ospiterà la residenza. A Bologna, intanto, continua fino al 30 novembre, la mostra (ore 10-13 presso lo studio Dina&Solomon in Strada Maggiore 51 a Bologna, campanello 32) dedicata a Tipi di Bologna un libro che attraverso le illustrazioni in linocut di Giulia Garbin, i testi in linotype di Stefano Riba, il sudore e la perizia tecnica di Anonima Impressori, presenta quindici storie dedicate ad altrettanti personaggi che, dal ‘400 a oggi, hanno animato e reso famosa nel mondo la scena tipografica bolognese. Prodotto da Griffo, la Grande Festa delle Lettere e supportato dalla Fondazione Del Monte e da Fedrigoni, Tipi di Bologna non corre sui binari della nostalgia, ma anzi recupera tradizioni e tecniche antiche (ma non passate) per portare alla riscoperta dell’arte tipografica nel capoluogo emiliano e delle forme di resistenza che la mantengono vitale anche nel´epoca del digitale.
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